Gossip Gossip, Here!
Molti lettori del blog pubblicano gossip di mercato e notizie interessanti in fondo a dei post che non c’entrano granchè. Ho pensato quindi di tenere un post fisso sull’argomento “gossip” così da avere uno spazio sempre aggiornato, ed avere una bella icona in tutto il sito per ricordarsi del post. Ovviamente faccio affidamento all’intelligenza dei lettori: se sono cose delicate non mettiamo nomi e cognomi. Grazie! Nota : i gossip recenti sono in fondo alla lista….
Non è questione di gelosia, io riporto dei dati veri, e se volete posto anche qualche screenshot di analytics. Volete il picco di 370mila (ho verificato ora e sono esattamente 364k, 15 Dicembre)? Ma ad esempio Giovedì/Venerdì scorsi eravamo sulle 300mila (screenshot??), ieri giornata nella norma con 200mila. Devo dire la verità, nel week end siamo ancora molto bassi (100mila), ma ci stiamo organizzando.
Le stats di Adplanner, sebbene come dica Gianluca non siano inconsistenti, non possono essere attendibili, anche perchè la crescita “vertiginosa” è recente ed il sito molto giovane per essere tracciato degnamente.
Fare visite non significa fare necessariamente qualità (anche se stiamo migliorando e miglioreremo ancora), ed Attualissimo di certo non è scritto da firme prestigiose.
Si basa sui socials (in particolare Facebook), e da questi riceve gran parte delle visite (ed è ovvio che punti sulla curiosità della nostra fanbase di diversi milioni di unità). Ma stiamo crescendo anche sui motori e su Gnews.
E’ anche molto tenero il modo in cui qualcuno pensa ci possa infastidire l’atteggiamento distruttivo nei nostri confronti
Potete mettere in discussione il nostro operato, le nostre cifre, la nostra simpatia, l’importante è che siamo noi ad esserne soddisfatti (a parte questa mini-intervista di Angelo, generalmente non ci esponiamo).
ps: Complimenti all’Italia che con nome e cognome si finge contenta delle start-up/aziende di successo nostrane, e che con un nickname si dimostra acida/invidiosa/polemica (vi consiglio di limitarvi alle info ed alle cifre, tralasciando le polemiche, sareste più credibili). Perdonatemi l’uscita, capisco che qui si usa nascondersi ed in alcuni casi è necessario, ma io sono nuovo e non ci sono abituato
David fatti una cazzo di risata 1 volta nella vita dai! Mamma mia che permaloso!
Allegro Ha detto:
gennaio 24th, 2012 at 5:54 pm
Si diciamo che Attualissimo.it è sotto leonardo che è sotto triboo ecc ecc non è che in 4 mesi da zero in garage si sono fatti il prodottone mirabolante… suvvia
Ahahahhahahahhahahahahah
Fatto
Vabbeh bravo – sei il più meglio –
@David: sinceramente? ci avrai anche messo la faccia, come dice Sisso (che poi, però, denigra questo blog – e chi vis crive – nonostante a lui come a tutti noi, ha sempre consentito di esprimere liberamente pensieri ed opinioni, ma tant’è…), ma non mi pare che ce ne fosse particolarmente bisogno, ne mi sembra un gesto eroico.
Ho riletto i post in cui è stato citato Attualissimo e, sinceramente, mi sembrano solo libere e legittime opinioni, nessuna offesa o mancanza di rispetto per il vostro lavoro e, men che meno, nessuna invidia (bella questa!!)
Il fatto poi, che molti di noi scrivano in questo (e altri) blog utilizzando dei nickname non mi pare scandaloso, qual’è il problema? (scagli la prima pietra chi è senza peccato!), quindi credo che il “PS” del tuo ultimo post possa essere rispedito al mittente.
Concordo, invece, su una cosa che hai detto e ti do atto di averla riconosciuta: “…Fare visite non significa fare necessariamente qualità..”, vero, verissimo… 😉
A me pare che la qualità tra i vari giornali e siti di informazione nati e cresciuti sul web la faccia solo Linkiesta (preciso che non alcun rapporto con il sito). Parlo da semplice osservatore e lettore. Fanno giornalismo, niente di eclatante. Ma ovviamente se si sceglie la qualità e l’autorevolezza il traffico va a farsi friggere. E’ per questo che sono in tanti a superare agevolmente Linkiesta. Per quanto riguarda gli altri concorrenti… il mito delle visite e dei clic fa scadere nel gossip, nei trucchi seo, in futili contenuti e in un po’ di pilu…
“… il mito delle visite e dei clic fa scadere nel gossip, nei trucchi seo, in futili contenuti e in un po’ di pilu…” mi viene spontaneo quotare precisando che non è questione di persone o professionalità, di chi è più serio o più figo, ma del meccanismo perverso che questa visione del “traffico” porta con sè. Inoltre tale deriva è tanto più accentuata quanto meno radicata è una vera identità editoriale. Se, con malcelato orgoglio, si afferma di produrre “1000 contenuti al giorno ovvero 30.000 al mese”, sulle tematiche più disparate aggiungo, è palese che non si è di fronte ad un editore nel senso tradizionale del termine, ma ad una realtà che nel tempo è stata definita prima “nanopublishing” e poi “content farm” e che, grazie al neologismo coniato dai commenti di questo blog, gli storici definiranno “Pilupublishing”.
Quoto anch’io. Mi piace “pilupublishing”!
Ma chi sono gli editori del web che rinunciano al “content farm” e al “pilupublishing”?
E chi è che fa più traffico di tutti rinunciando al “content farm” e al “pilupublishing”?
Intendiamoci, è complicato fare Pilupublishing, in tanti ci hanno provato ma pochissimi ci sono riusciti. Molti di quelli che ci sono riusciti e oggi raccolgono i frutti sono stati ampiamente citati in questi commenti.
Non va confusa l’attenzione al SEO, sacrosanta per ogni editore, con l’ossessione del SEO, che solo quando applicata in modo scientifico e con le giuste professionalità può dare risultati significativi. I casi di successo in questo senso, almeno in Italia, si contano sulle dita di una mano.
Come non quotare i fessi (noi) che non sanno fare un bel SEO di niente… e ci abbiamo messo 10 anni a tirar su 150k di unici al giorno?
Eccheccivoleva, compri un pò di utenti fb qui, fai un pò di seo di là, condisci con abbondante AdSense, mischi tutto con un pò di calcio&pilu et voilà, le visite sono servite.
Scusa David, non prenderla come una critica al progetto o alla persona, ma ad un sistema. Il mondo và così e voi siete stati bravi perché in pochi mesi avete fatto un prodotto che sfrutta tutto ciò che c’è di sfruttabile oggi per fare traffico.
Però io ti chiedo: i vostri post da dove nascono? Da giornalismo sul campo o da redattori/blogger che scrivono pezzi a tutto spiano?
Perché personalemnte il secondo caso è l’equivalente di una content, ed io ogni giorno mi batto internamente per evitare di scadere nella creazione di contenuti un tanto al mucchio ma con bei titoli accattivanti… insomma sono io che sbaglio candeggio e bisogna fare gossip per fare numeri in pochi mesi?
E allora sia, ma mi chiedo: se il plus che l’editore/brand ci mette è poco a livello di qualità, come ci si protegge poi dai cloni che, converrai con me, sono relativamente facili da lanciare?
Non si corre il rischio, a breve, di avere una miriade di testate che fanno traffico mordi e fuggi con ricavi destinati a scendere (perché suddivisi tra troppi competitor).
Non so, forse sono sempre fuori tempo, ma non riesco a vedere questi progetti come di “lungo respiro”, e forse in questo senso è stata usata da altri la parola “inconsistente”.
Comuque di solito io ci azzecco poco, quindi tutto continuerà a gonfie vele, in bocca al lupo!
@Sara, ho risposto così perchè si mettevano in dubbio le nostre cifre (forse non hai letto), e si diceva le nostre visite fossero inconsistenti. Per quanto riguarda l’invidia, ovviamente non era riferita a quella verso di noi, che non mi sembrava ci fosse (semmai un pò di sufficienza), parlavo in generale (riguardo il tenore dei commenti su questo post).
@Snipers, non posso che darti ragione, e me ne dispiaccio. Pensi che fare giornalismo serio da noi paghi (lo so che per te è una domanda retorica)? Non ce lo possiamo permettere. Purtroppo l’adv non ci da ciò che ci serve per fare le inchiestone, e non credo sia un problema solamente nostro. Dici bene quando parli di sistema, ma nel sistema dovresti contemplare anche questi lati del problema. Non so tu, ma noi non abbiamo voluto sovvenzioni editoriali e non abbiamo una multinazionale che ci finanzia. Ci siamo messi le mani in tasca, abbiamo tirato fuori 2€ e con quelle abbiamo cercato di costruire qualcosa. E senza aiuti non puoi fare troppa filosofia, a meno che non voglia rimanere senza lavoro.
E invece sono fiero di poter dare possibilità a centinaia di ragazzi di collaborare con noi. E questo credimi, mi ripaga più di qualsiasi adv.
Ma, se il palato fine vuole il contenuto di qualità, il palato meno fine vuole un contenuto più accessibile. Chi dice che non glie lo si possa dare? Ce li vedi gli utenti di Facebook a leggere Linkiesta? No, e allora ci pensano i siti come Attualissimo. E’ così scabroso? Linkiesta è Mozart ed Attualissimo la Pausini. A me non piace la Pausini, ma ai concerti fa il pienone
Capitolo concorrenza: anche qui mi trovi d’accordo. Troppe testate, troppi siti, ma cosa vuoi fare? Il tempo dirà la sua. Moriranno in tanti? Va bene così, è il mercato.
Crepi il lupo.
Inconsistenti? Esistiamo da poco, è normale, quando siamo nati con ISayblog ci prendevano per matti perchè esistevano già Blogo e Blogosfere. Ci dissero che eravamo inconsistenti e che saremmo morti nel giro di qualche mese. Ne riparliamo tra un po’ per Attualissimo (e per gli altri progetti inconsistenti che stanno arrivando)?
A proposito di Attualissimo, approfitto della disponibilità di David Di Titoli per una domanda. Nelle pagine del sito compaiono alcune pubblicità Zanox. Nel codice osservo qualcosa che non capisco: prima del codice normale, c’è sempre un iframe delle dimensioni 1 x 1 pixel. Quello prima dell’immagine Edison ad esempio è: .
Ora, l’indirizzo http://ad.zanox.com/tpv/?17379775C1632335471T rimanda al sito Edison.
Sembra che in questo modo ogni visitatore di Attualissimo visiti anche il sito Edison. La mia domanda è: nel mio pannello di controllo Zanox vedo solo il codice normale, voi quindi avete un accordo particolare con Zanox? Sarei interessato anch’io a questa modalità e mi chiedevo quali sono i requisiti.
Grazie per la disponibilità.
Marco
@30330
Quali sono gli esempi che si contano sulle dita di una mano?
@Marco Benetti: Non mi occupo personalmente dell’Adv ma posso dirti che è il codice fornitoci dal nostro account. Se hai necessità di avere qualche informazione in più contattaci privatamente.
Saluti.
@…scusate il disturbo…
Blogo. E’ stato il primo nanopublisher italiano di successo. Ha dilapidato un grande potenziale con scelte discutibili (intreccio societario, poi rivelatosi soffocante, con Dada). Un peccato. Le prospettive Populis, dal punto di vista del consolidamento editoriale, non sono rosee.
Nanopress. Network di blog seo-oriented di Tuttogratis, nato sulla scia dell’affermazione di Blogo. Crescita imponente per un paio d’anni e sostanziale tenuta nonostante tutto negli anni successivi. Ha permesso a TGADV di compensare l’evidente declino del portale Tuttogratis. Per un periodo, almeno in termini di comunicazione istituzionale, hanno tentato di darsi un profilo giornalistico, ma non penso ci siano riusciti.
IsayBlog. Ne ha parlato uno dei responsabili in questi stessi commenti. Un network cresciuto inizialmente intorno a Geekissimo con la volontà dichiarata, fin da subito, di emulare e superare Blogo. E’ vero che c’è un po’ di sufficienza nei loro confronti. A mio parere il forte intreccio con LeonardoADV ne nasconde il potenziale al mercato (dati aggregati sotto Leonardo su Nielsen e mancanza di comunicazione specifica).
Poi c’è il più volte citato Fanpage che rispetto agli altri punta molto sul social media marketing ed in misura minore sul SEO (sembra che Panda lo abbia danneggiato fino ad un certo punto, visto il peso della fonte Facebook).
Non si possono non citare gli aggregatori alla Liquida o Jobrapido.
@ Snipers #1410
Mah giornalisti ed editori hanno solitamente la tendenza a sentirsi “in missione per conto di dio”, e sbagliano, ma in qualche raro caso difendono qualcosa che – magari per pochi – avrà sempre senso. Gli altri sono imprenditori, più o meno bravi, fanno il loro lavoro di portare soldi a casa.
Un bel giorno però, quando i computer inizieranno a masticare di semantica, quei contenuti si scriveranno da soli e Cozzolino e David – massimo rispetto per il loro lavoro da imprenditori, ribadisco – dovranno trovare un nuovo filone in cui esercitarsi. Quel giorno ci sarà – magari per pochi – ancora bisogno di qualità. E magari quel giorno, quei pochi, la qualità saranno pronti a pagarla.
Questo per dire che parlare di qualità in riferimento a questi progetti è fuorviante. Sono due binari paralleli, e se devo prevedere quale finisce prima, dico che non è quello della qualità (sono un inguaribile ottimista).
Quindi se credi nella qualità, conosci la strada. Ma non “rosicare” (lo dico con simpatia, rosico pure io) se gli altri fanno più unici e più soldi. Se è quello è il tuo obiettivo, metti la freccia e cambia corsia. 😉
@David: a proposito di blog e nickname, ti segnalo questo interessante post del Taglia (so che Luca non ha nulla in contrario
)
http://blog.tagliaerbe.com/2012/01/pseudonimi-commenti.html
Approposito di TagliaBlog: so che lo venderebbe. Secondo voi che valore ha?
@Alessio: quoto tutto, o quasi. I social stanno cambiando l’informazione online (ahimè), e non credo che morirà la non qualità.
@Sara: Non ho nulla contro i nickname, e nel mio intervento ammetto che in alcuni casi siano necessari (credi io non li usi?). Diciamo che in alcuni casi li si utilizza da codardi.
Puoi almeno rivelarci se sei un uomo? Ahahha
chiedilo al Taglia, di tanto in tanto si fa vedere.
ovviamente tutto dipende dai numeri che ha.
UU? Pv? fatturato? utile?
Pretendere di usare il nome vero nei commenti è un po’ come pretendere che la gente vada in giro con una targhetta con su scritto nome e cognome. Alcuni luoghi di dibattito sono più simili ad un bar dove solitamente non ci si scambia le carte d’identità per fare commenti alle notizie del giorno.
@Tekkaman : ritengo sia molto difficile valutare un blog come il mio basandosi solo sui numeri (che, lo dico senza mezze misure, sono ridicoli se rapportati a tante altre realtà italiane).
Il problema è che non è un blog nato con lo scopo di fare fatturato e utile, e non è mai stato scritto per piacere alla massa.
E’ un blog di nicchia, con il suo pubblico affezionato (circa 5.000 iscritti al feed), che tratta di temi verticali. Viene premiato più dai like/retweet e dalle “classifiche spannometriche” (vedi Blogbabel o Alexa) che dai numeri veri e propri.
A mio parere è come un pezzo da collezione che può essere valutato – e acquistato al giusto prezzo – solo da un buon antiquario, e non dal buyer di un supermercato 😀
Taglia, mi fa piacere il tuo intervento. Concordo con te, ma i numeri in un modo o nell’altro fanno parte del “corredo” di valutazione.
Sicuramente il peso emozionale/fidelity/awareness ha il suo perchè. Ma poi scusami, quel blog esiste ed ha valore perchè sei TU a scriverlo. Ti impegneresti comunque a svilupparlo ed a portarlo avanti? Perchè altrimenti, chi lo acquista, rischia di trovarsi un sacco di riso bucato sul fondo…chicco dopo chicco…perde tutto il valore (è un complimento a te, non una critica).
mi risulta che non sia solo il blog del Taglia ad essere in vendita (ammesso che lo sia, vero Taglia? 😉 ), la truppa dei siti e blog in vendita si sta allungando ogni giorno.
Sicuramente, almeno per la quais totalità dei blog, vale il discorso che sono ultra personalizzati sul fondatore, il blog del Taglia vale zero senza di lui, come vale zero, ad esempio, il blog di Luca senza Luca.
Discorso differente per i siti che, oggettivamente, possono passare di mano senza minimamente intaccare l’audience, anzi spesso si assiste al processo contrario.
Il problema, casomai, è che, curiosamente (viste le dimensioni che ha assunto il mercato del web), non esistono società specializzate nella compravendita non già di semplici domini (vedi Sedo e simili), bensì di vere e proprie realtà imprenditoriali online, non credete che sia un vuoto da colmare?
@Mattia
sempre disponibile a valutare acquisto di siti e/o operazioni anche di seeding…
concordo con te che i blog “personali” senza il fondatore, valgono poco o niente.
@Tekkaman : secondo me avrebbe comunque un senso per certe realtà che operano nel web marketing, o comunque per qualcuno che vuole acquistare un “cameo”.
Di certo la transizione andrebbe fatta per bene…
Ne ho acquistati e venduti vari di siti, uno degli ultimi investimenti è stato un blog con oltre 1,2 milioni di utenti unici integrato con un sito di 800 mila utenti. L’accordo di base era che l’acquisto si sarebbe concluso solo con l’assunzione della persona che lo ha sempre gestito.
@Mattia : vero, c’è un vuoto da colmare, per ora la compra-vendita di siti (in Italia) avviene giusto in qualche forum.
Il problema è che le proposte che girano, fra domande e offerta, sono davvero da mercato del pesce…
@Salvatore / MarX : ma giusto per curiosità, un blog tipo il mio (con o senza di me), quanto potrebbe valere (a vostro parere)?
Quali sono state le compravendite più rilevanti di blog negli ultimi tempi?
come ti dicevo in privato, purtroppo, le cifre di UU e pv servono per stabilire un ritorno dell’investimento. Un blog come il tuo vive di una valorizzazione che è più legata al tuo valore di cessione affettivo che altro. E’ correttissimo quanto tu dici riguardo l’estimatore e l’antiquario.
Il brand è difficilmente valutabile perchè legato indissolubilmente a te, per la rete il Taglia sei tu…ed il tagliablog è e sarà sempre la tua creatura. Poi, se trovi qualcuno interessato a farsi un nome in ambito seo/sem/adv credo che un prezzo di cessione di 30k possa non esser ingiustificato. My humble opinion
@…scusate il disturbo…: in Italia credo solo Blogo.it e Blogosfere.it, ora parte di Populis.
Di singoli blog venduti non ne sono a conoscenza…
@Tagliaerbe ma i dati sono questi di Alexa ? http://www.alexa.com/siteinfo/tagliaerbe.com non mi sembrano pochi come utenti… purtroppo la valutazione di un sito non è semplice e secondo me è molto soggettiva.
Attualmente sono in ballo su vendite ed acquisizioni, e vi dico che la valutazione è veramente difficile, non la si fa su due piedi, ci vogliono mesi, soprattutto quando i domini si reggono sul SEO. 1 anno fa feci un’acquisto che nelle mie mani si è rivalutato x10 volte (ho già richiesta di acquisto) e sono sicuro che in mano di un’azienda più grossa ne varrebbe ulteriori 10.
Morale della favola, nel tuo caso non sarebbero in tanti (forse) a volerlo comprare il tuo sito e per questo il valore sarebbe sicuramente irrisorio rispetto al valore affettivo. Cosa che ti consiglierei è magari darlo in gestione con un ricavo iniziale ed un ricavo mensile, magari da consulente…
@…scusate il disturbo…
network nanopublishing.com, fonti certe, ho conosciuto i fondatori per una campagna umanitaria del mio ufficio stampa, 1.000.000 uv/month a 200.000 eur
circa 2/3 anni fa preso da Populis
ritengo che la valutazione di un sito non possa limitarsi a visite e unici: credo, piuttosto, che vada valutata anzitutto la sua storia, il suo brand, il settore in cui opera, il suo staff (dirigenziale e gestionale), le possibilità di sviluppo ma soprattutto, come per ogni altra compravendita di attività, alla fine la vera differenza per la definizione del prezzo, la fa la tipologia del potenziale acquirente.
Mi spiego:
esistono, sostanzialmente, due tipi di acquirenti e, precisamente, quelli interessati esclusivamente ad un investimento private equity, società o privati), ma senza mire di gestione e quelli, al contrario, interessati a quel sito perchè lo vedono assolutamente strategico e sinergico con la loro attività e/o con i siti che ssi già possiedono e/o gestiscono.
E’ evidente, quindi, che le due valutazioni potranno essere anche fortemente dissimili tra loro, dato che nel primo caso i potenziali investitori se non troveranmno soddisfazione alla loro offerta (che difficilmente saranno disposti ad aumentare) chiuderanno il dossier e dirigeranno i loro interessi altrove, mentre i secondi, quelli interessati a quello specifico sito (e non ad altri!) per ragioni strategiche (ad esempio inglobare un concorrente oppure sottrarre qel sito proprio ad un competitor che con esso si rafforzerebbe a loro discapito ecc), rende la trattativa più “elastica” con possibilità di valutazioni economiche anche (ben) al di sopra dei valori medi di mercato.
Concordo, comunque (lo dissi in questo blog già qualche anno fa) che il mercato delle compravendite (SERIE!) di siti, sia oggi completamente non presidiato e lasciato a sè stesso, grande peccato e grande errore!! 😉
Il TagliaBlog non ha prezzo, per tutto il resto c’é mastercard!
😉
Visto che l’intervista ad Angelo di Veroli che ho postato qui ha scatenato un bel po’ di sana discussione provo a ripetere l’operazione con una intervista (spero non dispiaccia a Luca) al mitico Antonio Tombolini (chi si ricorda di Esperya.com acquisita dal Gruppo L’Espresso e poi chiusa)che ci parla della sua nuova avventura nel mondo dell’Editoria (Simplicissimus Book Farm). Antonio è uno abituato a metterci la faccia e ci snocciola non solo i suoi fatturati:
2009: 80mila euro;
2010: 400mila euro;
2011: 900mila euro.
Stimati 2012: 2,5 milioni euro
Ma anche le sue previsioni da qui a 3 anni:
“Non mi piace l’abuso dell’espressione “vogliamo diventare leader…” che sa di retorica trita e ritrita. Vogliamo che quello che sappiamo fare, e che riteniamo di fare bene come finora il mercato sta dimostrando, possa raggiungere nuovi mercati e conquistarsi nuovi clienti in misura molto significativa. Tradotto in numeri pensiamo di poter realisticamente puntare, facendo leva sui tassi di crescita del mercato e sulla internazionalizzazione della nostra offerta, ad un fatturato di 100-150 milioni di Euro entro il 2015.”
Per me il mondo dell’editoria digitale è un mondo molto enigmatico, pieno di potenzialità ma dove pochi ancora hanno la certezza di come si faccia a fare dei fatturati.
Cosa ne pensate?
L’intervista integrale la trovate qui:
http://startupblognetwork.it/2012/01/simplicissimus-book-farm-intervista-ad-antonio-tombolini/
ma Barlclays sta potenzionando il web?
Qualcuno ha qualche indiscrezione su chi siano le due societa’, oltre a Libero, che stanno trattando con Telecom pef Matrix?
Mondadori
non ditemi che l’altra è la “solita” Banzai… 😉
comunque mi risulta che Sawiris sia più che deciso a portarsi a casa Virgilio e, oggettivamente, sarebbe un botto.
Stiamo a vedere 😀
certo che sommando Libero e Virgilio si arriverebbe a 6,5 milioni di unici al giorno e oltre 124milioni di pagine viste (che fatto una cifra impressionante di impression…) non male!
Ci credo che qualcuno tema questo scenario, ma penso che alla fine Sawiris, risolto il vero problema dell’affare e cioè i dipendenti di Matrix, riuscirà nell’intento.
E a quel punto ne vedremo delle belle 😀
se è vero, com’è vero, che ad ogni azione corrisponde una reazione, se dovesse concretizzarsi questo scenario si scatenerebbe un finomondo tale che niente, nel web italiano, sarebbe più come prima (ma almeno ci sarà un po’ di movimento in questo sonnolente mondo :-))
L’unico acquirente sostenibile a livello strategico sarebbe Mondadori
Opinione personale è ovvio
Stefano maruzzi lascia Google; idee per il successore ?
questa è una bomba, la scorsa volta ci misero 3 mesi per scegliere il successore di Magrini
@Plasson: posso chiederti perchè sostieni che Mondadori sarebbe l’unico acquirente strategico di Virgilio?
@sara: non ho chiaramente le info sufficienti e quindi provo un po’ come al bar… Ma in fondo vale lo stesso, o no?
Le due realtà sono davvero molto molto simili: nascono dai vecchi principi isp provider portal, sviluppano mail db vastissimi, prima algoritmi proprietari search ora google dipendenti, poco contenuto verticale di spessore, cercano ora entrambi un modello alternativo, IC e penetrazioni simili (libero un po’ più femminile), difficoltà a produrre servizi a valore aggiunto per l’utente (ormai i colossi internazionali sono difficilmente contrastabili, se pensiamo agli Skype di Msn o i FB o i Twitter and so on…), il modello glocal fondamentalmente fallito (sia da Seat PG che da Telecom stessa), insomma se li sommi cosa ottieni? 1+1 in questo caso rischia di fare 1,5… E non parliamo di iptv vi prego: siamo seri.
Perché dico Mondadori dunque. Beh è indubbio che un indirizzo certo dei prossimi 3/5 anni per editori tradizionali sia la digitalizzazione delle brand offline (branded sites): costa farli, posizionarli, farli accettare e scegliere dall’utenza. Cosa meglio quindi per una realtà con tale quantità di testate offline, senza un modello di community, senza una grande struttura editoriale di produzione digitale, ma con buona disponibilità di investimento, una grande capacità di intercettazione di notizie anche esclusive, una esigenza indubbia di ricostituzione digitale della propria forza giornalistica. Senza contare gli effetti – positivi se ben indirizzati – della democratizzazione dei contenuti delle testate sul digital in termini di richiamo sull’edicola e degli sviluppi su tablet/mobile. Senza contare l’ultimo input dei portali di mettere un cappello branded alle proprie sezioni o canali verticali (fateci caso :)) )
Insomma da fuori mi sembrerebbe decisamente più opportuno un interesse strategico di Mondadori piuttosto che di un concorrente diretto. Il rischio per Mondadori? Che nel frattempo il modello cambi ulteriormente e che prevalga un modello di “branded social media”: modello glammedia per intendersi.
Niente vieta di pensare che possa essere una via di mezzo in realtà, un po’ come se unissimo virtualmente repubblica e huffpost per dare un’idea su fatti recenti: alta qualità ben miscelata a post a basso costo su cui prevedere una validazione centrale per far “salire” il contenuto di valore tra i mille postati. Insomma quello che chiamo social borderò… E dunque Matrix potrebbe essere comunque una buona scelta.
Pareri e pensieri personali è ovvio. Davvero a sto giro non so nulla (mi ha buttato l’esca un collega!!!)
@Plasson: la tua teoria è certamente plausbile ma, ancor di più e, sostanzialmente per gli stessi motivi, ritengo invece ancor più palusibile che Virgilio finisca a Sawiris.
Mi sembra strano, invece, che proprio dinnanzi ad una ipotesi di questo tipo che, senza dubbio, sconvolegerebbe gli equilibri web italiani con una foza dirompente, perchè darebbe vita ad un colosso di proprorzioni mai viste prima in Italia con tutte le conseguenze del caso, ci sia un sostanziale immobilismo (almeno per quanto è dato a sapere) dell’altro grande player, cioè MSN che, di fatto, è quello, tra i big, che rischia di più, avendo un business model sostanzialmente sovrapponibile a Libero e Virgilio.
Vuoi vedere che, sotto sotto, in quel di Peschiera Borromeo stanno, invece, coccolando il coniglio in attesa di tirarlo fuori dal cilindro? 😉
Fonti “Finance Milano” dicono che Sawiris non sia per nulla interessato a Virgilio e sia invece proiettato ad altri obiettivi (1 potrebbe essere: riprendersi WIND dai Russi)
da twitter :RT @Luca_Ascani DLD connection: talking with Sawiris: he’s not going to sell Libero, is not going to buy Virgilio, he wants to buy back Wind !
@Clint: sarà…. ma altrettante fonti mi dicono che, al contrario, sta ancora stappando bottiglie magnum di champagne millesimato per festaggiare la vendita di WIND 😉
1.Giacobbe Ha detto:
Giacobbe-novembre 9th, 2009 at 3:41 pm
Non se se sia un gossip vero e proprio, ma pare che la sempreverde presidentissima dello IAB l’anno prossimo possa mollare l’incarico. Pare voglia posizionarsi in RCS, anche se voci maligne dicono che l’arrivo di magrini abbia scombinato i piani.
Alla fine molti detrattori la rimpiangeranno..
ci sono capitata ora :)duqnue era vero che volevo mollare l’incarico, era falso che puntavo a RCS
e se molti detrattori mi hanno rimpianto non puo’ che farmi piacere (non sapevo di avere molti detrattori …ma c’est la vie…un caro saluto a tutti
Populis si espande in Brasile.
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-02-07/populis-acquisice-portale-brasile-130721.shtml?uuid=AaREeLoE
Ma della Bontempi in Conde non se ne parla?
@Scaccomatto: forse perché essendo ufficiale, non è più un gossip.
bisognava parlarne prima…in effetti poco gossip qui
lancio 3 temi:
Elezioni IAB
Maruzzi: dove va?
Google: chi ci va?
Elezioni IAB: rendetemi edotta, chi si candida?
Zaverio Bettonagli (Adstream Italia), Walter Bonanno (Populis), Dario Caiazzo (Ebuzzing), Marco Caradonna (Simple Agency), Davide Corcione (Yahoo! Italia), Luca Daher (Hi-media), Amedeo Guffanti (77Agency), Luca Gurrieri (A. Manzoni&C.), Salvatore Ippolito (Libero), Vittorio Lorenzoni (TradeDoubler), Daniele Mancini (Casa.it), Michele Marzan (Zanox), Maurizio Mazzanti (E3), Luca Paglicci (IlSole24Ore WebSystem), Cristina Pianura (TAG Advertising), Gabriele Ronchini (4wMarketPlace), Salvatore Sagone (ADC Group), Alessandro Scartezzini (Webperformance), Nereo Sciutto (Webranking), Valentina Tranquilli (Neomobile), Chiara Ugozzoli (Danone), Simona Zanette (Alfemminile)
ecco elenco candidati IAB
Sono 22 i candidati che si sfideranno per gli 11 posti in consiglio: tra gli 11 eletti sarà poi scelto il nuovo presidente dell’associazione, attualmente guidata dal presidente vicario Salvatore Ippolito, per il biennio 2012-2013. Ecco di seguito l’elenco dei candidati: Zaverio Bettonagli (Adstream Italia), Walter Bonanno (Populis), Dario Caiazzo (Ebuzzing), Marco Caradonna (Simple Agency), Davide Corcione (Yahoo! Italia), Luca Daher (Hi-media), Amedeo Guffanti (77Agency), Luca Gurrieri (A. Manzoni&C.), Salvatore Ippolito (Libero), Vittorio Lorenzoni (TradeDoubler), Daniele Mancini (Casa.it), Michele Marzan (Zanox), Maurizio Mazzanti (E3), Luca Paglicci (IlSole24Ore WebSystem), Cristina Pianura (TAG Advertising), Gabriele Ronchini (4wMarketPlace), Salvatore Sagone (ADC Group), Alessandro Scartezzini (Webperformance), Nereo Sciutto (Webranking), Valentina Tranquilli (Neomobile), Chiara Ugozzoli (Danone), Simona Zanette (Alfemminile). Le elezioni avranno luogo durante la prossima assemblea dei soci Iab che si terrà il 15 febbraio presso l’Hotel Westin Palace di Milano.
Maruzzi va a far start up di Huffington post
Google: ci vado io (però non devo avere accesso a mensa altrimenti ingrasso..)
Maruzzi ci può stare, eccome! Legarsi però al Gruppo Espresso … mmmmmm …. vabbè, diciamo che ci potrebbe anche stare. Certo che è un bel passaggio…dal performance al brand puro (altrimenti come cazzo fa a stare in piedi un sito del genere?)
In Google però ci vado io e prometto solennemente di mangiare ogni giorno in mensa
forse vivo su un altro pianeta, ma sinceramente non ho mai capito tutto questo “interesse” per lo IAB (e per chi compone il suo board)…. 😉
non è un gossip, ma solo un’idea che mi è balenata, probabilmnete assurda: è se Maruzzi, invece, finisse in Mediaset che, da quel che mi risulta, sta decisamente riorganizzando tutta la parte web (in cui ha inserito anche il dossier Virgilio…)?
Attenzione: sto proprio parlando di Mediaset, non di Mondadori.. 😉
@Sara: vi su un altro pianeta 😉
campagna Chebanca in partenza
Ma fanno solo performance?
O i soldi li usano oltre che per fare quegli spot fenomenali anche per fare branding sul web?
a chi ti riferisci? Chebanca?
IAB Italia, nell’ambito dell’Assemblea Generale dei soci, annuncia l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo, che resterà in carica nel biennio 2012-2013. I nominativi dei nuovi componenti del Consiglio sono stati resi noti nella tarda mattinata di oggi:
1. Walter Bonanno – Populis
2. Marco Caradonna – Simple Agency
3. Amedeo Guffanti – 77Agency
4. Luca Gurrieri – A. Manzoni&C.
5. Salvatore Ippolito – Libero
6. Daniele Mancini – Casa.it
7. Michele Marzan – Zanox
8. Luca Paglicci – IlSole24Ore WebSystem
9. Cristina Pianura – TAG Advertising
10. Nereo Sciutto – Webranking
11. Simona Zanette – Alfemminile
Il Consiglio Direttivo procederà alla nomina del nuovo Presidente, tra gli 11 membri eletti oggi.
nuovo coniglio direttivo
1. Walter Bonanno – Populis
2. Marco Caradonna – Simple Agency
3. Amedeo Guffanti – 77Agency
4. Luca Gurrieri – A. Manzoni&C.
5. Salvatore Ippolito – Libero
6. Daniele Mancini – Casa.it
7. Michele Marzan – Zanox
8. Luca Paglicci – IlSole24Ore WebSystem
9. Cristina Pianura – TAG Advertising
10. Nereo Sciutto – Webranking
11. Simona Zanette – Alfemminile
non è un gossip, ma adesso si può dare vita
presidente (quello che fa poi la presentazione allo IAB..)??
@Carelttoweb: Si loro
@tutti: ma IAB serve? Perchè ho la percezione che sia riconosciuto solo dai concessionari/editori nel loro sottobosco di attività.
come tutte le Associazioni, serve solo se vi partecipi e ti lasci coinvolgere.
ma la “Mappa dei centri media” non se la fila più nessuno?
che info ti servono?
Da mie fonti il consiglio direttivo è a maggioranza (6 su 11) per Zanette (Alfemminile) presidente.
Dopo due anni ri-cambia tutto. Il tandem Binaghi-Ippolito lascia in eredità diversi malumori (nell’ultimo periodo sembra ci siano più soci in uscita che in entrata), in particolare al primo dei due alcuni soci rimproverano di essere stato assente. Se la precedente presidenza era una sorta di “normalizzazione”, con l’arrivo dei grandi dopo la lunga stagione di Pavone (che ha reso importante l’associazione), i medio-piccoli stavolta si sono organizzati per tempo e sembra si siano ripresi il consiglio direttivo.
Da quanto ne so la formula IAB Forum è fortemente criticata da gran parte dei consiglieri.
Ma sono pur sempre gossip …
@30330 non so se effettivamente ci sia questa maggioranza di cui parli ma su tutto il resto concordo.
Aggiungo però che c’è stato molto malumore anche sul secondo e che la formula IAB Forum è fortemente criticata anche dai soci
dico solo che tra gli eletti non c’è nessuno che faccia parte di una multinazionale, tipo yahoo, facebook o google e nemmeno microsoft.
Non proprio: Alfemminile e Zanox lo sono, entrambe legate al gruppo editoriale Axel Springer che è tra i più grossi d’Europa e vale 4-5 volte il gruppo l’Espresso per intenderci. Facebook non è associata, Google era nel consiglio e non è si è candidata, senza mai dimenticare che ha interesse nel mercato italiano quanto basta per prendere soldi e non restituire nè informazioni nè tasse. Discorso a parte per Yahoo che si è candidata e non è stata eletta.
quoto omonimo all’ennesima potenza
tutte faccie nuove insomma… mi pare che le posizioni ormai facciano gola solo ai piccoli che giocano a fare i grandi 😉
dove sono i grandi gruppi? fatta eccezione per Libero e Manzoni
Per quanto riguarda le ipotesi Mediaset/Mondadori sul possibile acquisto di Vrigilio, non pensate che la botta da 560mio di€ data alla cassaforte di famiglia li metta al momento fuori gioco? Più probabile che DeBenedetti con il portafoglio bello gonfio decida di fare investimenti anche per consolidare la sua predominanza sulle News On-line, oltre all’operazione HP che secondo me in Italia ha forti possibilità di fare un buco nell’acqua!
continua l’esodo da FOX
Ieri sera eletta Zanette presidente e Caradonna vicepresidente IAB.
@30330: finalmente un consiglio direttivo IAB e un presidente che rappresentano meno del 10% del mercato adv! Ci voleva proprio! Un progetto sostenuto dal trio PAVONEPOSSGASPERINI che portera’ l’unica associazione indipendente alla rovina programmata!
@Carletto: in che senso da Fox, intendi .Fox ? chi va via?
da .fox verso un prestigioso centro media
dietro le quinte IAB.
Gurrieri e il gruppo Manzoni hanno fato carte false per farlo eleggere presidente arrivando a minacciare i consiglieri con tagli di contratti e di farli fuori dal mercato…
Tanto accanimento perché erano sicuri di vincere, senza sapere che 6 su 11 consiglieri erano eletti in gruppo già con l’obiettivo di avere la Zanette presidente. IAB non conterà pure tanto, ma per qualche grande gruppo sembra di si…
Per la cronaca di voti Gurrieri ne ha presi solo 4 su 11, 6 la Zanette e uno si è autovotato.
peccato, non hanno pace. hanno avuto turnover altissimo recentemente . amen
Scusate, come sempre mi intrometto per fare il bastian contrario. Mi sembra che 4 dimissioni in 2 anni, non possano definirsi “turnover altissimo”, ma magari sono io che sbaglio.
Alla fine, hanno cambiato 2 media buyer, hanno sostituito un venditore e, adesso, ne perdono un altro. Entrambi, per altro, hanno fatto “il salto”, non hanno cambiato per pari ruolo: il primo è direttore commerciale e la seconda, appunto, va in un centro media.
Sono io che non ci vedo nulla di strano?
perdona Viv, pensavo io fossero state di più, ma come detto, mi confondo o mi hanno confuso loro nei vari incontri 😉
meglio cosi, mi sono simpatici, e quindi.. lunga vita a Fox!
Non c’è nulla da perdonare, ci mancherebbe. La mia defezione, in realtà, credo sia stata la più eclatante che hanno avuto da quando sono nati. E non certo per colpa loro.
Iab servirebbe come il pane se ricominciasse a produrre qualcosa di utile per il mercato. Che non è solo il Forum e i seminar del cazo. Hanno smesso di produrre direttive e regole. Hanno smesso di tutelare una crescita regolamentata del mercato. Ognuno lì dentro cerca solo di fare del gran propagandismo di se stesso e stessa. Meno male che ci sono ancora aziende spendibili dentro. Sole 24 ore mi sembra una garanzia, così come Manzoni. Comunque che sconforto vedere i grandi gruppi centri media fuori per “cartello”.
La Pavone sarà felice per come sono andate le cose.
IAB: 1-1.”ci” siamo presi una rivincita 😉
@La Viv dixit: “…la mia defezione, in realtà, credo sia stata la più eclatante…”, la solita modesta 😀
@nontuttisannoche: il precedente consiglio che percentuale di mercato copriva?
@Mario: e come pensava Manzoni di far fuori concorrenti dal mercato? Con il voodoo?
La dice lunga sul “delirio di onnipotenza” di alcuni “grandi”, il fatto che in questa occasione hanno pensato di vincere a mani basse senza rendersi conto che gli altri si erano organizzati da mesi. Se Manzoni, ancora l’altro ieri, era certa di vincere è anche perchè non legge i commenti di questo post >:-)
@nontuttisannoche in un mercato dove il 40% degli investimenti è di google il 10% non è così male neh!
@nontuttisannoche: Il fatto che tu metta insieme i nomi di Pavone, Poss, Gasperini come possibili orchestratori vuol dire che conosci solo superficialmente, se le conosci, quelle tre persone e Simona Zanette. Il giorno che vedremo qualcosa organizzato da Pavone Poss e Gasperini insieme Google deciderà di pagare le tasse in Italia e dichiarerà i fatturati di ogni prodotto in ogni country mentre le centrali media smetteranno di chiedere le over.
Se si considerano le autoesclusioni delle centrali media e di google questo direttivo rappresenta il mercato al meglio di quanto si poteva fare e la coesione che c’è tra molti dei consiglieri per me porterà risultati tangibili in misura maggiore rispetto al passato, inoltre segnalerei che per essere eletta Simona Zanette è riuscita a coinvolgere 70-80 soci di IAB mentre i Gurrieri di turno sono sempre stati votati da GroupM + massimo altri 15 soci. Quanto si rappresenta il mercato si misura anche con la partecipazione attiva di chi ne fa parte e non solo col righello nel bagno della scuola.
Per lavorare bene certo ci sarà bisogno della collaborazione di tutti da Google a GroupM ma sono fiducioso che la professionalità di chi li rappresenta non tradirà le attese dell’associazione e del mercato rifacendosi alla tradizione internazionale che vuole queste aziende sempre molto impegnate nello sviluppo dell’internet advertising attraverso le associazioni come IAB. Questo direttivo può portare IAB italia ad avere l’utilità e l’efficacia che ha in paesi come US & UK ma anche come la Spagna. Lasciamo lavorare le persone e se chiamati diamo il nostro contributo, qui il punto non è se io ho il 13% di quota di mercato e Tizio il 2% o se io ho il 13,5% e Tizio l’1,5%, il punto è che il mercato deve valere almeno il 30-40% in più ed i benefici ricadrebbero a cascata su tutti gli attori.
32 minuti di applausi per l’intervento di omonimo…
Mi accodo agli applausi